Domenica 25 febbraio 2024 al Teatro Adelaide Ristori di Cividale si è svolto l’evento centrale delle celebrazioni della Giornata della cultura da parte della minoranza slovena del Friuli Venezia Giulia, organizzata dalle due organizzazioni apicali SKGZ ed SSO sotto l’alto patronato della Presidente della Repubblica di Slovenia Nataša Pirc Musar e del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e sotto il patrocinio del Comune di Cividale del Friuli.
L’evento, intitolato Kot voda, ki se zlije z vsem (Come l’acqua che si fonde con tutto), è stato moderato dalla giovane Katja Canalaz. Nella prima parte della serata i presidenti delle organizzazioni apicali Ksenija Dobrila (SKGZ) e Walter Bandelj (SSO) hanno consegnato i premi della Giornata della cultura slovena. I vincitori di quest’anno sono stati Luigia Negro e Franko Žerjal. Il discorso centrale è stato tenuto da Nina Pahor, che ha prima fornito agli ascoltatori un quadro generale dei dialetti sloveni in Italia, per poi toccare il tema estremamente attuale dell’istruzione slovena in Italia. Con il suo discorso ha voluto rivolgersi agli sloveni della Benecia. “In questa parte occidentale del territorio sloveno nel corso dei secoli si sono verificati tanti avvenimenti diversi e si sono costituite così tante autorità diverse, che è del tutto comprensibile che non tutti possano identificarsi con gli stessi valori. Nonostante ciò, la lingua, la lingua slovena, rimane il centro di tutte le nostre azioni, sentimenti e sforzi, indipendentemente dal fatto che si tratti di una comunità nazionale o linguistica. La lingua è un mezzo della nostra comunicazione e l’elemento fondamentale della nostra identità, sia essa locale o nazionale. Senza linguaggio abbiamo poco per cui lottare, per questo gli dedico così tanta attenzione,” ha affermato Nina Pahor.
Il programma culturale della celebrazione è stato curato dall’associazione Ivan Trinko di Cividale, che, su idea di Donatella Ruttar e Iola Namor e in collaborazione con l’Istituto della Federazione di Lubiana, ha messo in scena uno spettacolo di teatro-danza, in cui si sono esibiti tre ballerini: Bojana Robinson, Jerneja Fekonja, Valtteri Keinänen.
Il filosofo Aljaž Škrlep si è ispirato per il testo al racconto popolare delle Valli del Torre Srebrəca nu pastir (La ragazza d’argento e il pastore), ragionando sull’importanza dell’acqua, sul rapporto dell’uomo con la natura e sul potere della comunità. “Nessuno può salvarsi da solo: o anneghiamo tutti insieme, oppure tutti insieme iniziamo a nuotare,” ha concluso. Andreja Rauch Podrzavnik si è occupata della regia, della sceneggiatura e della coreografia. La musica è stata scritta ed eseguita dal vivo da Christopher Benstead. L’esibizione è stata ulteriormente arricchita dall’ottetto Barski oktet, che ha concluso la serata con il brano Mnogaja leta.